giovedì 5 novembre 2015

I contributi INPS per i gestori di B&B/Affittacamere/Case Vacanza: i contributi versati si recuperano in 23,5 anni di vita da pensionati (a 93 anni), senza alcun rendimento. Ma allora perchè versarli? Alcuni suggerimenti fiscali per ridurre le tasse sui B&B.

Novembre 2015. Una scoperta molto deprimente, fatta dal sottoscritto sulla propria condizione pensionistica, ma che riguarda la categoria dei gestori di Bed and Breakfast, Affittacamere e Case Vacanza, di Hotels e del commercio in genere.
Ma anche alcuni consigli utili per lavorare un po' meno, ma avere in tasca a fine anno un maggior ammontare di denaro, pagate le tasse. 
 
Il punto di Stefano Calandra (chi è? Clicca QUI) - www.aibba.it 



Una situazione preoccupante e triste grava sui redditi di una vita, riguarda certamente milioni di italiani e che NON è stata certamente evidenziata nella pur effettiva (anche se dovuta beninteso!) mini-riforma recente dell'INPS, grazie alla nuova gestione del Prof. Boeri, che sta consentendo a milioni di italiani iscritti alla gestione pensionistica obbligatoria INPS di effettuare finalmente una simulazione dei contributi da versare ancora per arrivare alla pensione ed una simulazione della pensione mensile che ti verrà erogata.
Questa trasparenza è una piccola conquista, certamente, per tutti coloro che come me ne avevano chiesto a gran voce l'attuazione e che avevano ricevuto la risposta rassicurante dell'attuale Presidente del Consiglio Renzi, in tempi anche antecedenti a questa piccola riforma. 
Nella lettera sottostante trovate la mia richiesta preoccupata datata ...di informazioni alla Presidenza del Consiglio dei Ministri riguardo all'impossibilità di calcolare la propria pensione, mentre una qualunque casa assicuratrice di fondi pensione complementare è la prima informazione che ti da!

Il presidente Matteo Renzi mi ha poi risposto, dicendomi gentilmente che la cosa era in preparazione. Effettivamente è vero, da alcuni giorni si può fare la simulazione del proprio piano pensionistico, stimando quindi a quanto ammonterà la propria pensione, a che età la si potrà avere, se continuassimo a versare quanto in media versato fino ad ora. 

Ecco la risposta di Matteo Renzi








 


 La situazione pensionistica di un gestore B&B-tipo
Se avete letto bene, il Presidente del Consiglio confida molto in Boeri e tenderebbe a rassicurare, ma per sincerarmene io sono andato a fondo della questione e, effettuando la simulazione della
mia situazione personale di gestore di Bed and Breakfast, con 18 anni di contributi, è emersa una situazione molto chiara: recupererò il montante contributivo (cioè l'ammontare dei miei contributi versati) in ben 23,5 anni da pensionato, senza peraltro alcun rendimento sul denaro anticipato... Cioè, poichè andrò in pensione a 70 anni, secondo l'INPS io ritornerò dei miei soldi versati quando avrò 93,5 anni.

Questa qui sotto è la mia (triste) condizione pensionistica di Gestore di Bed and Breakfast:



Questa brutta scoperta la si fa se si presta attenzione, perchè ad una prima superficiale disamina dei dati riportati nella simulazione, questa problematica non si evince, ma anzi la rendita pensionistica che ne deriverebbe apparirebbe poco al di sotto di alcune un po' più remunerative pensioni complementari private. Da un calcolo che tutti possono fare il rapporto rata pensionistica/contributi versati e cioè l'effettivo tasso di conversione è intorno al 5,8% INPS contro il 6,7 medio di altri enti previdenziali bancari o assicurativi della cassa previdenziale complementare del mercato privato. E' una discreta differenza, ma diciamo che non è un problema gravissimo. C'è di peggio infatti... Leggete sotto.
Considerando infatti principalmente che l'importo della pensione che ti viene mostrata dal risultato della simulazione è al lordo delle tasse, decurtate queste ultime si scopre che un gestore di B&B, per avere indietro i tuoi soldi versati deve vivere 23,5 anni dal primo giorno di pensione, a 93,5 anni: 999 eur (riquadro rosso della figura qui sopra) x 12 mesi x 23,5 anni = eur 282.000,00 che, al netto delle imposte (oggi mediamente circa un 27%), sono eur 205.860,00 in mano e cioè proprio l'importo del "montante contributivo" visto sopra di 206.000 EUR (riquadro rosso in alto a sinistra, sempre della figura qui sopra)... 
Cioè, poichè andrò in pensione a 70 anni, secondo l'INPS io ritornerò dei miei soldi versati quando avrò 93,5 anni. ...Nella migliore delle ipotesi tra l'altro..., perchè per un maschio è mediamente difficile arrivare a quelle età e, quindi i soldi versati non li vedrò più nella loro interezza, nè potrò trasmetterli ai miei figli...
Ovviamente tutto questo non ha senso dal punto di vista del rendimento, i contributi di una vita (nel mio caso 206.000 EUR) sono soldi di fatto sottratti alle proprie tasche ed al libero mercato finanziario e/o produttivo, per finanziare un ente perennemente in perdita (l'INPS) e per sottrarre a noi cittadini il rendimento giusto che queste somme dovrebbero remunerare, nell'arco di una vita, se impiegati in investimenti profittevoli alternativi o immobilizzati in altri B&B etc. etc...
Una situazione ben diversa dalle pensioni pingui e colanti di opulente grasso di alcuni fortunati pensionati prima di noi... Si legga questo articolo del Corriere della Sera: clicca QUI.
in particolare queste due sezioni:
«Ad oggi», dice Baldassarri sottolineando che dalla riforma Dini che ha introdotto il metodo di calcolo contributivo sono passati esattamente vent’anni, «oltre il 90% delle pensioni è basato su retribuzioni percepite e meno del 10 % è calcolato sulla base dei contribuiti versati». Non solo. Esistono studi che dimostrano come ancora nel 2050 il 40% degli assegni previdenziali sarà erogato prevalentemente con il metodo retributivo. 


Mio commento: E noi paghiamo caro presidente Renzi...
E questo dà la misura di quella che Baldassarri chiama «una doppia redistribuzione del reddito socialmente perversa: dai giovani agli anziani e dai poveri ai ricchi». I giovani pagano le pensioni agli attuali pensionati e poi, con il metodo contributivo, avranno assegni da fame. E chi ha avuto uno stipendio alto ha oggi una pensione altrettanto elevata senza aver pagato i contributi: un regalo enorme a chi guadagnava tanto, contro un regalino più piccolo a chi guadagnava meno.
Non male, vero?
Soluzioni?
Da questo punto di vista, un'interessante conseguenza delle cose fin qui descritte, sta nel fatto che, se un gestore di B&B decidesse di rimanere nell'alveo del regime IVA dei minimi, potrebbe di fatto migliorare la situazione della PERDITA DI RENDIMENTO del capitale obbligatoriamente versato in improduttivi impieghi INPS, come sopra dimostrato.

Il regime IVA forfetario al 6% di imposta.
Molti mi chiedono informazioni su come pagare meno imposte con l'attività di B&B. Certamente la forma fiscale migliore per le strutture con SCIA (B&B/Affittacamere/Appartamenti Turistici) è quella della partita Iva, nel cosiddetto "regime dei minimi" o “forfetario”, che permette di dedurre fiscalmente tutti costi di avviamento e di pagare meno imposte rispetto alla gestione senza Iva. 
La situazione di un'attività bed and breakfast senza partita Iva, è infatti spesso insostenibile, sia dal punto di vista economico che fiscale, se vengono superati i 10.000 EUR di fatturato annuo.


L’ apertura della partita Iva le consentirà di pagare le tasse al 6%, invece che al 22% (cedolare secca affitti) o 27% (1° scaglione di aliquota) e l'apertura della partita Iva non costa più di € 20,00!

Per il cd. "regime forfetario" della partita Iva, la soglia utile di fatturato perchè risulti conveniente aprire P. IVA, pagati i contributi, è di 10.000 EUR. Oltre quella soglia - e fino ai 50.000 EUR di fatturato - conviene sempre aprire P. IVA in regime forfetario per usufruire del regime vantaggioso "forfetario". Uno studio dettagliato e descrittivo della cosa è disponibile per i nostri abbonati, con schemi e grafici.
Inoltre, per precisare, i contributi non sono costi, ma accantonamenti, quindi soldi che (almeno in parte) ritorneranno indietro con la pensione. in ogni caso, oltre i 10.000 EUR di fatturato conviene la P. IVA perchè rimangono più soldi in mano.
 

Attenzione infine, perché dai 50.000 agli 80.000 di fatturato in Italia, NON C’E’ CONVENIENZA ECONOMICO/FISCALE a gestire attività ricettive, a causa della tassazione in cui si incorre appena usciti dal regime forfetario: quindi non ha senso fatturare tra i 50.000 e gli 80.000 €. O si rimane piccoli o si deve crescere molto per ricominciare a guadagnare bene. Per sapere se la sua attività raggiungerà quel limite di 50.000 €uro o se potrà andare oltre gli 80.000 €ur rimane a disposizione il servizio di KIT Business Plan, veda QUI info. Con il quale è possibile conoscere l’evoluzione economica del suo progetto d’impresa, entrate ed uscite dei prossimi 3-6 anni.

Rammento inoltre che, proprio per ovviare ai costi del Commercialista, che sussistono proprio per la gestione IVA dell’attività, io ho creato per gli abbonati AIBBA&AgICAV un pacchetto molto conveniente di assistenza TOTALE DI COMMERCIALISTA A DISTANZA, da parte del nostro studio di fiducia,  a sole 500 EUR annue (riservato abbonati con quota COMPLETA. Veda QUI info su come attivare il servizio, costi etc… 

Meditate gente.....meditate!

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 Ulteriori approfondimenti consulenze sono disponibili su abbonamento, BASE o COMPLETO. Qui trovi maggiori informazioni sui servizi offerti dalla mia agenzia AIBBA&AgICAV.

Cordiali saluti a tutti!


Stefano Calandra* - AIBBA&AgICAV, Email: calandra@aibba.it


* Presidente (1999-2010) e fondatore di ANBBA - Associazione Nazionale Bed & Breakfast Affittacamere,  di AICAV - Associazione Italiana Case Vacanza (Fondatore e Consigliere nazionale 2005-2011), di ABBAV - Associazione B&B del Veneto (fondatore e presidente 2003-2010); Fondatore (2011) e titolare di AIBBA&AgICAV - Agenzia Nazionale dei Bed & Breakfast, Affittacamere e Case Vacanza.
© Stefano Calandra (chi è? Clicca QUI) - www.aibba.it

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