Affittacamere e Bed and Breakfast nel Veneto: non è vero che centinaia sono a rischio chiusura - smentisco i giornali.
Il punto di Stefano Calandra (chi è? Clicca QUI) - www.aibba.it
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Sono apparsi recentemente alcuni articoli giornalistii, che mettevano l'accento sull'allarmismo esistente presso i gestori di B&B/Affittacamere e Case Vacanza esistenti in Veneto, a causa dell'entrata in vigore della nuova L.R. 11/2013 sul Turismo.
Vorrei tranquillizzare un po' tutti, giornlisti compresi...non è vero che i Bed and Breakfast sono a rischio chiusura!!
Cito in particolare l'articolo apparso in data 27 marzo 2014 sulla Nuova Venezia, vedi QUI. e quello del Corriere del Veneto, vedi QUI.
La frasi ivi riportate sulla chiusura dei Bed and Breakfast sono errate, perchè ciò è espressamente escluso dall'art. 31, c. 4 della legge regionale 11/2013, che recita così: "Fatta salva la destinazione abitativa dei bed & breakfast, nonché delle case per villeggiatura e degli alloggi locati per finalità esclusivamente turistiche di cui all’articolo 1 della legge 9 dicembre 1998, n. 431 "Disciplina delle locazioni e del rilascio degli immobili adibiti ad uso abitativo" e successive modificazioni, l’apertura di nuove strutture ricettive è consentita solo in immobili o parti di essi aventi destinazione d’uso turistico-ricettiva conformemente a quanto stabilito dallo strumento urbanistico comunale."
Quindi per i Bed and Breakfast rimarrà la destinazione d'uso abitativa e non sono quindi a rischio chiusura! Il giornalista non parrebbe ben informato, nè potrebbe essere altrimenti visto che il Bed and Breakfast coincide obbligatoriamente con la residenza o comunque con la stabile dimora del gestore, che ivi deve abitare durante il periodo in cui l'attività esercitata...
In ogni caso, è pur vero ed incontestabile che l'amministrazione regionale in Veneto stia per fare un enorme errore a cambiare la destinazione d'uso in Veneto, per quattro ragioni anzitutto. La prima ragione è che la decisione di obbligare i cittadini che vogliono aprire un'attività ricettiva alberghiera a cambiare destinazione d'uso in turistico-ricettiva è un favore - incidentale o meno non sta a me giudicarlo - puro e semplice alle pretese lobbistiche degli albergatori, questo è chiaro e lampante. Vedi QUI in questo articolo da me scritto il perchè.
Secondo, l'obbligo di cambio di destinazione d'uso porterà di fatto al crollo di apertura di appartamenti turistici del tipo "casa vacanze" e invece per contro al proliferare dell'apertura di appartamenti turistici in locazione pura, secondo il codice civile (art. 1571 e ss. e secondo la L. 431/98 sopra richiamata dall'art. 31 della L.R. citata) e senza fornitura di biancheria e pulizie. Ma questo fenomeno sfuggirà del tutto al controllo regionale e comunale perché non ci sarà bisogno di nessuna denuncia di inizio attività per questa tipologia di attività locativa previste già dal codice civile. L'obbligo di cambio di destinazione d'uso porterà di fatto al crollo di apertura di appartamenti turistici del tipo "casa vacanze" e invece per contro al proliferare dell'apertura di appartamenti turistici in locazione pura, ex codice civile art. 1571 e ss., che lavorano in nero, senza dichiarare redditi, ne dati Istat, né dati del passaggio di ospiti alla Questura… È proprio quello che vogliamo in Veneto?
Terzo, la regione Veneto con questo comportamento si isola da tutte le altre 19 regioni d'Italia, nelle quali invece le attività di Bed and Breakfast/Affittacamere/Case vacanza sono tutte fondate sulla destinazione d'uso di civile abitazione, com'è stato sempre e come giusto che dovrebbe sempre rimanere!
Quarto, le denominazioni di "casa vacanza" o di "appartamento ad uso turistico" sono scomparse dalla nuova legge regionale 11/2013, lasciando il posto ad una definizione che prevede come "casa vacanza" in sostanza la tradizionale “Casa per Ferie", cioè le case religiose destinate ad ospitalità collettiva, accezione e definizione presente in tutte le legislazioni delle altre 19 regioni italiane, come appunto “Case per Ferie”, non “Casa Vacanza". Contravvenendo quindi a quanto avviene in tutte le altre 19 Regioni italiane, cui per logica sarebbe stato opportuno riferirsi: la cosa è foriera di DISORIENTAMENTO per il Turista, che, provenendo da Umbria, Toscana, Lombardia o da qualunque altra regione, cercando in Veneto un “Appartamento Turistico” o “Casa Vacanza” si troverebbe in stanzoni collettivi da 20 letti….!
Il rischio del blocco delle licenze per Case Vacanza e Affittacamere era nota sin dal 2011 alla Regione Veneto, a seguito del ricevimento da parte dell'(anocra atuale) assessore al Turismo Finozzi di mie osservazioni alla (allora) bozza della L.R. 11/2013, in cui scrivevo:
"(...) Mi preme evidenziare come la previsione di destinazione d'uso turistica per le strutture ricettive speciali sia azzardata, senza avere sotto mano una precisa mappatura delle destinazioni urbanistiche nella Regione Veneto per la tipologia "Turistico-ricettiva", sicuramente minoritaria rispetto alla quantità di territorio a destinazione abitativa. La categoria che rappresento auspicherebbe che venisse prevista dalla normativa una destinazione d'uso abitativa.(...) Faccio solo un ipotesi: se io volessi aprire in certe zone della periferia di Mestre un Affittacamere in luoghi ove non è presente nemmeno un hotel (penso a zone nord della città ad esempio) nel raggio di 10 km, il Comune mi direbbe di no perchè urbanisticamente queste zone sono a "destinazione abitativa". Ma allora la politica di agevolazione dell'integrazione del reddito familiare, dello sviluppo economico diffuso dove andrebbe a finire? Che ne sarebbe della formula Affittacamere e Casa Vacanza, tradizionalmente presente in tutta Europa ed anche in tutte le Regioni d'Italia nelle case ove i proprietari offrono la propria abitazione all'Ospite? Probabilmente così si realizzerebbe un eccessivo giro di vite ed un eccessivo blocco all'apertura di queste strutture, il cui merito è quello di sviluppare ricettività di qualità nel tessuto sociale delle zone a destinazione abitativa più consone al suo proliferare e più sprovviste di strutture alberghiere.
Questo rischio di chiusura delle strutture io lo sostenevo già dal 2011...Nemo profeta in Patria!...
Inoltre, solo nel momento in cui uscirà il regolamento attuativo della L.R. 11/2013 sapremo quali saranno i criteri di nuova classificazione, posto che (art. 50, c. 6) "Le strutture ricettive già classificate alla data di entrata in vigore della presente legge e le sedi congressuali già esistenti alla stessa data, devono ottenere la nuova classificazione, su domanda, ai sensi della presente legge, entro il termine di dodici mesi, prorogabile di sei mesi con motivata richiesta".
Quindi anche qui, direi che il rischio chiusura non è immediato per la stragrande maggioranza delle strutture ricettive esistenti.
Infine, il caso citato in apertura del servizio giornalistico in questione è un caso anomalo, non è la regola. Nel senso che, per le nuove strutture che devono aprire, se io faccio una verifica di idoneità urbanistica preventiva di un immobile per sapere se può essere destinato ad affittacamere, da questa verifica di idoneità fatta secondo i criteri normali professionali di un geometra che conosce la materia, controllando quindi la fattibilità dell'apertura mediante lo studio dello strumento urbanistico vigente comunale, io so per certo se posso aprire o no un affittacamere, lo so subito, prima di intraprendere il progetto, senza dover ricevere questa brutta notizia, come se fosse tra l'altro inaspettata, dal Tar!
Una verifica del genere, chiamata "verifica di idoneità urbanistica", costa anche solo € 40 (vedi www.aibba.it - sezione geometra a distanza) e ci vogliono solo 4 giorni per saperlo! Quindi anche su questo punto mi duole dirlo ma l'articolo di giornale fa dell'inutile allarmismo!
Per le struttture già aperte alla data della pubblicazione della L.R. 11/2013, il rischio di chiusura è stato fugato: sono andato di recente a parlare con i vertici della regione Veneto per conoscere le intenzioni sul prossimo regolamento di prossima uscita attuativo della legge regionale. Il regolamento uscirà solo verso fine giugno/luglio, non prima.
La buona notizia è che salveremo l’esistente, cioè secondo la normativa regionale, ex art. 50 c. 4) lett. B ("Restano confermate e conservano validità: (…) le dichiarazioni o segnalazioni certificate di inizio attività relative a strutture ricettive extralberghiere presentate prima della pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione del Veneto del regolamento attuativo") e quindi è sicuro che le strutture ricettive esistenti non saranno toccate, ma dovranno solo adeguarsi come classificazione alle altre UANC già classificate. Le UANC non classificate dovranno classificarsi, ma a parte questo non ci saranno ulteriori restrizioni, né necessità di cambiamenti di destinazione d’uso catastale.
Sono molto contento del mio lavoro perché ho potuto avvertire nel frattempo moltissimi cittadini che volevano aprire l'attività ricettiva e lo hanno potuto fare in questi giorni ancora con la vecchia normativa, prima che venga pubblicato il nuovo regolamento attuativo, che prevederà purtroppo, almeno per adesso, la voltura catastale della destinazione abitativa a destinazione turistico ricettiva, con le problematiche già spiegate in altra sede.
Ho ottenuto però un'altra importante conquista: che la regione imporrà ai comuni di dare una risposta entro un termine prefissato (probabilmente di 60 gg.) alla richiesta del cittadino che vuole adibire la propria abitazione a casa vacanza, chiedendo la voltura catastale obbligatoria. E questa una conquista che non porterà più per fortuna al blocco all'apertura di nuove case vacanza ed affittacamere anche nel futuro, che si era paventato per inadeguatezza dei piani regolatori dei Comuni ad adeguarsi alle richieste di voltura di civili abitazioni in turistico-ricettivo.
Io sono in costante contatto con la Regione per gli aggiornamenti che verranno.
Per chi deve aprire ancora un Affittacamere o una Casa vacanza, dico: "tranquilli, aprite con fiducia un B&B/Affittacamere/Casa Vacanza, ma prima informatevi!".
Vedi un altro mio articolo sull'argomento QUI.
di Stefano Calandra - AIBBA&AgICAV - www.aibba.it.
Vorrei tranquillizzare un po' tutti, giornlisti compresi...non è vero che i Bed and Breakfast sono a rischio chiusura!!
Cito in particolare l'articolo apparso in data 27 marzo 2014 sulla Nuova Venezia, vedi QUI. e quello del Corriere del Veneto, vedi QUI.
La frasi ivi riportate sulla chiusura dei Bed and Breakfast sono errate, perchè ciò è espressamente escluso dall'art. 31, c. 4 della legge regionale 11/2013, che recita così: "Fatta salva la destinazione abitativa dei bed & breakfast, nonché delle case per villeggiatura e degli alloggi locati per finalità esclusivamente turistiche di cui all’articolo 1 della legge 9 dicembre 1998, n. 431 "Disciplina delle locazioni e del rilascio degli immobili adibiti ad uso abitativo" e successive modificazioni, l’apertura di nuove strutture ricettive è consentita solo in immobili o parti di essi aventi destinazione d’uso turistico-ricettiva conformemente a quanto stabilito dallo strumento urbanistico comunale."
Quindi per i Bed and Breakfast rimarrà la destinazione d'uso abitativa e non sono quindi a rischio chiusura! Il giornalista non parrebbe ben informato, nè potrebbe essere altrimenti visto che il Bed and Breakfast coincide obbligatoriamente con la residenza o comunque con la stabile dimora del gestore, che ivi deve abitare durante il periodo in cui l'attività esercitata...
In ogni caso, è pur vero ed incontestabile che l'amministrazione regionale in Veneto stia per fare un enorme errore a cambiare la destinazione d'uso in Veneto, per quattro ragioni anzitutto. La prima ragione è che la decisione di obbligare i cittadini che vogliono aprire un'attività ricettiva alberghiera a cambiare destinazione d'uso in turistico-ricettiva è un favore - incidentale o meno non sta a me giudicarlo - puro e semplice alle pretese lobbistiche degli albergatori, questo è chiaro e lampante. Vedi QUI in questo articolo da me scritto il perchè.
Secondo, l'obbligo di cambio di destinazione d'uso porterà di fatto al crollo di apertura di appartamenti turistici del tipo "casa vacanze" e invece per contro al proliferare dell'apertura di appartamenti turistici in locazione pura, secondo il codice civile (art. 1571 e ss. e secondo la L. 431/98 sopra richiamata dall'art. 31 della L.R. citata) e senza fornitura di biancheria e pulizie. Ma questo fenomeno sfuggirà del tutto al controllo regionale e comunale perché non ci sarà bisogno di nessuna denuncia di inizio attività per questa tipologia di attività locativa previste già dal codice civile. L'obbligo di cambio di destinazione d'uso porterà di fatto al crollo di apertura di appartamenti turistici del tipo "casa vacanze" e invece per contro al proliferare dell'apertura di appartamenti turistici in locazione pura, ex codice civile art. 1571 e ss., che lavorano in nero, senza dichiarare redditi, ne dati Istat, né dati del passaggio di ospiti alla Questura… È proprio quello che vogliamo in Veneto?
Terzo, la regione Veneto con questo comportamento si isola da tutte le altre 19 regioni d'Italia, nelle quali invece le attività di Bed and Breakfast/Affittacamere/Case vacanza sono tutte fondate sulla destinazione d'uso di civile abitazione, com'è stato sempre e come giusto che dovrebbe sempre rimanere!
Quarto, le denominazioni di "casa vacanza" o di "appartamento ad uso turistico" sono scomparse dalla nuova legge regionale 11/2013, lasciando il posto ad una definizione che prevede come "casa vacanza" in sostanza la tradizionale “Casa per Ferie", cioè le case religiose destinate ad ospitalità collettiva, accezione e definizione presente in tutte le legislazioni delle altre 19 regioni italiane, come appunto “Case per Ferie”, non “Casa Vacanza". Contravvenendo quindi a quanto avviene in tutte le altre 19 Regioni italiane, cui per logica sarebbe stato opportuno riferirsi: la cosa è foriera di DISORIENTAMENTO per il Turista, che, provenendo da Umbria, Toscana, Lombardia o da qualunque altra regione, cercando in Veneto un “Appartamento Turistico” o “Casa Vacanza” si troverebbe in stanzoni collettivi da 20 letti….!
Il rischio del blocco delle licenze per Case Vacanza e Affittacamere era nota sin dal 2011 alla Regione Veneto, a seguito del ricevimento da parte dell'(anocra atuale) assessore al Turismo Finozzi di mie osservazioni alla (allora) bozza della L.R. 11/2013, in cui scrivevo:
"(...) Mi preme evidenziare come la previsione di destinazione d'uso turistica per le strutture ricettive speciali sia azzardata, senza avere sotto mano una precisa mappatura delle destinazioni urbanistiche nella Regione Veneto per la tipologia "Turistico-ricettiva", sicuramente minoritaria rispetto alla quantità di territorio a destinazione abitativa. La categoria che rappresento auspicherebbe che venisse prevista dalla normativa una destinazione d'uso abitativa.(...) Faccio solo un ipotesi: se io volessi aprire in certe zone della periferia di Mestre un Affittacamere in luoghi ove non è presente nemmeno un hotel (penso a zone nord della città ad esempio) nel raggio di 10 km, il Comune mi direbbe di no perchè urbanisticamente queste zone sono a "destinazione abitativa". Ma allora la politica di agevolazione dell'integrazione del reddito familiare, dello sviluppo economico diffuso dove andrebbe a finire? Che ne sarebbe della formula Affittacamere e Casa Vacanza, tradizionalmente presente in tutta Europa ed anche in tutte le Regioni d'Italia nelle case ove i proprietari offrono la propria abitazione all'Ospite? Probabilmente così si realizzerebbe un eccessivo giro di vite ed un eccessivo blocco all'apertura di queste strutture, il cui merito è quello di sviluppare ricettività di qualità nel tessuto sociale delle zone a destinazione abitativa più consone al suo proliferare e più sprovviste di strutture alberghiere.
Un'altra osservazione a sostegno della tesi a favore della destinazione d'uso abitativa è quella che
semplicemente così è già normato in altre 19 Regioni italiane su 20, non prevedendosi il cambio di
destinazione d’uso di civile abitazione per l'apertura di B&B o Affittacamere."
Inoltre, solo nel momento in cui uscirà il regolamento attuativo della L.R. 11/2013 sapremo quali saranno i criteri di nuova classificazione, posto che (art. 50, c. 6) "Le strutture ricettive già classificate alla data di entrata in vigore della presente legge e le sedi congressuali già esistenti alla stessa data, devono ottenere la nuova classificazione, su domanda, ai sensi della presente legge, entro il termine di dodici mesi, prorogabile di sei mesi con motivata richiesta".
Quindi anche qui, direi che il rischio chiusura non è immediato per la stragrande maggioranza delle strutture ricettive esistenti.
Infine, il caso citato in apertura del servizio giornalistico in questione è un caso anomalo, non è la regola. Nel senso che, per le nuove strutture che devono aprire, se io faccio una verifica di idoneità urbanistica preventiva di un immobile per sapere se può essere destinato ad affittacamere, da questa verifica di idoneità fatta secondo i criteri normali professionali di un geometra che conosce la materia, controllando quindi la fattibilità dell'apertura mediante lo studio dello strumento urbanistico vigente comunale, io so per certo se posso aprire o no un affittacamere, lo so subito, prima di intraprendere il progetto, senza dover ricevere questa brutta notizia, come se fosse tra l'altro inaspettata, dal Tar!
Una verifica del genere, chiamata "verifica di idoneità urbanistica", costa anche solo € 40 (vedi www.aibba.it - sezione geometra a distanza) e ci vogliono solo 4 giorni per saperlo! Quindi anche su questo punto mi duole dirlo ma l'articolo di giornale fa dell'inutile allarmismo!
Per le struttture già aperte alla data della pubblicazione della L.R. 11/2013, il rischio di chiusura è stato fugato: sono andato di recente a parlare con i vertici della regione Veneto per conoscere le intenzioni sul prossimo regolamento di prossima uscita attuativo della legge regionale. Il regolamento uscirà solo verso fine giugno/luglio, non prima.
La buona notizia è che salveremo l’esistente, cioè secondo la normativa regionale, ex art. 50 c. 4) lett. B ("Restano confermate e conservano validità: (…) le dichiarazioni o segnalazioni certificate di inizio attività relative a strutture ricettive extralberghiere presentate prima della pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione del Veneto del regolamento attuativo") e quindi è sicuro che le strutture ricettive esistenti non saranno toccate, ma dovranno solo adeguarsi come classificazione alle altre UANC già classificate. Le UANC non classificate dovranno classificarsi, ma a parte questo non ci saranno ulteriori restrizioni, né necessità di cambiamenti di destinazione d’uso catastale.
Sono molto contento del mio lavoro perché ho potuto avvertire nel frattempo moltissimi cittadini che volevano aprire l'attività ricettiva e lo hanno potuto fare in questi giorni ancora con la vecchia normativa, prima che venga pubblicato il nuovo regolamento attuativo, che prevederà purtroppo, almeno per adesso, la voltura catastale della destinazione abitativa a destinazione turistico ricettiva, con le problematiche già spiegate in altra sede.
Ho ottenuto però un'altra importante conquista: che la regione imporrà ai comuni di dare una risposta entro un termine prefissato (probabilmente di 60 gg.) alla richiesta del cittadino che vuole adibire la propria abitazione a casa vacanza, chiedendo la voltura catastale obbligatoria. E questa una conquista che non porterà più per fortuna al blocco all'apertura di nuove case vacanza ed affittacamere anche nel futuro, che si era paventato per inadeguatezza dei piani regolatori dei Comuni ad adeguarsi alle richieste di voltura di civili abitazioni in turistico-ricettivo.
Io sono in costante contatto con la Regione per gli aggiornamenti che verranno.
Per chi deve aprire ancora un Affittacamere o una Casa vacanza, dico: "tranquilli, aprite con fiducia un B&B/Affittacamere/Casa Vacanza, ma prima informatevi!".
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